CANTANTE BRAVISSIMO FEBBRAIO 2025 RINO GAETANO
Il 1974 fu un anno importante per Gaetano: scrisse i brani del suo primo album, Ingresso libero, poi pubblicato nel novembre dello stesso anno, e incontrò Bruno Franceschelli, con il quale nacque poi un'intensa amicizia. Bruno ricorda così il loro primo incontro:
«Erano gli inizi degli anni Settanta, quando in un bar a Montesacro, il nostro quartiere, io e Rino ci incontrammo per la prima volta. In quel bar io «giocavo a dama» mentre Rino «beveva birra chiara in lattina», quel bar si chiamava il Barone. Potrei definire quell'incontro come il ritrovarsi di due che si cercano da tempo.[21]»
Gaetano descrisse l'atmosfera del bar menzionato da Franceschelli nel brano Tu, forse non essenzialmente tu. La copertina dell'album ritrae il cantante, in un'immagine volutamente sfocata, mentre cammina davanti a un muro di mattoncini della sua prima casa a Roma e su una porta è appeso un cartello «Ingresso libero». Il titolo allude all'entrata di Gaetano nel mondo della musica.[22] Il disco non riscosse grande successo, mentre il 45 giri tratto dall'album Tu, forse non essenzialmente tu/I tuoi occhi sono pieni di sale ebbe maggior fortuna, catturando soprattutto l'attenzione di Renzo Arbore e Gianni Boncompagni, che inserirono più volte i due brani nella scaletta del loro programma radiofonico Alto gradimento.[8] Rispetto al primo 45 giri, le canzoni di questo nuovo album mostravano un maggiore impegno sociale e abbracciavano temi quali l'emarginazione e l'alienazione industriale.[23]
Nello stesso anno, tramite la RCA Italiana, Gaetano scrisse tre canzoni per Nicola Di Bari: Prova a chiamarmi amore, Questo amore tanto grande e Ad esempio a me piace... il Sud, poi incluse nell'album del cantautore pugliese Ti fa bella l'amore,[N 1] ma nessuna delle tre ottenne grandi riscontri.[24] La canzone Ad esempio a me piace... il Sud partecipò a Canzonissima ma venne eliminata nelle prime fasi, mentre la versione spagnola Por ejemplo ebbe un discreto successo in America Latina.[N 2]
L'affermazione arrivò nel 1975 con il 45 giri Ma il cielo è sempre più blu, che vendette solo quell'anno ben 100 000 copie. Si trattava in realtà di un singolo piuttosto atipico poiché conteneva una sola canzone divisa in due parti. Gaetano in questa canzone propose diversi spaccati di vita quotidiana, descrivendoli con ironia, luoghi comuni e contraddizioni. Nel settembre del 1975 il cantautore spiegò in un'intervista a Ciao 2001:
«Ci sono immagini tristi o inutili, ma mai liete, in quanto ho voluto sottolineare che al giorno d'oggi di cose allegre ce ne sono poche ed è per questo che io prendo in considerazione chi muore al lavoro, chi vuole l'aumento. Anche il verso «chi gioca a Sanremo» è triste e negativo, perché chi gioca a Sanremo non pensa a chi «vive in baracca».»
Il brano segnò il primo grande successo di Gaetano ma la popolarità del cantante era ancora molto limitata. Nello stesso articolo infatti, si legge:
«Questa è una canzone che molta gente canticchia o fischietta pur non conoscendone l'autore.[25]»
Gaetano cominciò a esibirsi sempre più di frequente dal vivo, soprattutto aprendo concerti di Venditti e di altri cantanti già affermati. Quello stesso anno inoltre scrisse insieme a Bruno Franceschelli la commedia in due atti Ad esempio a me piace…, una sorta di mix tra musica e teatro. A tal proposito in un'intervista dell'epoca dichiarò:
«Nei prossimi mesi usciranno un 45 giri intitolato Berta filava e un LP dal titolo Mio fratello è figlio unico. Ma prima ho un altro impegno importante: farò coppia in teatro con il mio amico Bruno Franceschelli, riproponendo, sulle scene, il solito problema dell'incomunicabilità, dell'isolamento e dell'esclusione.[26]»
Il testo tuttavia, a causa di vari problemi, non andò mai in scena.[24][N 3]
Mio fratello è figlio unico e Aida
[modifica | modifica wikitesto]Lo stesso argomento in dettaglio: Mio fratello è figlio unico (album) e Aida (album).
Nel 1976, Gaetano incise il suo secondo album, Mio fratello è figlio unico. Con questo disco, il cantautore calabrese cercò di attirare l'attenzione dell'ascoltatore proponendo argomenti drammatici, soprattutto la solitudine e l'emarginazione, temi portanti dell'album. Grazie al nuovo linguaggio e alle nuove soluzioni musicali (come l'utilizzo del sitar, del banjo e del mandolino), Gaetano riuscì a ottenere un album più complesso e maturo del precedente.[27] In una recensione pubblicata da Ciao 2001 poco dopo l'uscita dell'album si leggeva:
«Rino è una figura atipica: la difficoltà di trovare modelli cui avvicinarlo, correnti in cui inserirlo, è il miglior complimento che gli si possa fare. Le musiche, fatte di pochi accordi, sono costruite intelligentemente e tutto sommato gradevoli. La voce è aggressiva, grintosa, volutamente grezza: le parole divertenti, con poche allegorie, immagini veloci, fotografiche.[28]»
(Enzo Caffarelli)
Qualche mese dopo l'uscita dell'album la It organizzò una tournée con i Perigeo. Questa scelta della casa discografica però non convinse il pubblico né la critica.[29] In quello stesso anno Gaetano cedette una canzone inedita, Sandro trasportando, a Carmelita Gadaleta, altra cantante sotto contratto con la It.[30]
Rino Gaetano con la chitarra
Nel 1977 Gaetano compose e incise il suo terzo album, Aida. La scelta del titolo voleva rifarsi all'opera di Giuseppe Verdi, inoltre per il cantante Aida rappresentava l'incarnazione di tutte le donne italiane e dell'Italia stessa. Tramite la figura di Aida, Gaetano ripercorre momenti salienti della storia italiana con uno sguardo del tutto originale, quasi fotografico.[31][N 4] In agosto, la rivista Ciao 2001 descrisse l'album come il «frutto di un piacevole incontro fra testi estemporanei, felici anche se un po' amari, e musichetta piacevole, poco invadente, fatta apposta per sottolineare dei momenti particolari».[32]
Nello stesso anno, il cantante venne affiancato in tournée dai Crash, una band emergente della quale Gaetano produsse l'album Exstasis e per cui scrisse il brano Marziani noi. Con l'aumento della popolarità, arrivarono anche le prime apparizioni televisive: sempre nel '77, infatti, presentò il suo brano Spendi spandi effendi al programma Domenica in, a quel tempo condotto da Corrado. In tale occasione fu costretto a tagliare dal testo della canzone la parola «coglione».[30] Il 19 agosto venne invitato allo spettacolo musicale Auditorio A nella puntata dedicata a Gino Paoli, il quale lo presentò così:
«Vorrei presentarvi un amico che è venuto a trovarmi e che mi diverte. Mi diverte perché è l'erede di un certo tipo di nonsense, di marinetterie, del surrealismo più antico. Si chiama Rino Gaetano.»
In quell'occasione il cantautore eseguì dal vivo i brani Spendi spandi effendi (stavolta senza censure) e Aida, presentandosi in scena in tenuta coloniale con cappello da safari (allusione al verso di Aida «e poi vent'anni di safari»), un vestito color kaki, nonché un tubo e la pistola di una pompa di benzina che richiamavano invece il testo della prima canzone.[33] La scelta di vestirsi in maniera pittoresca nelle apparizioni televisive divenne in seguito uno dei suoi marchi di fabbrica; Jovanotti anni dopo dichiarò: